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Secrezioni vaginali in menopausa

Il verificarsi di perdite bianche in menopausa è un disturbo piuttosto frequente. Se durante gli anni della fertilità sono normali, anzi indicano il perfetto funzionamento dell’apparato, con l’arrivo della menopausa queste perdite tendono a esistere un campanello d’allarmiste per eventuali infezioni in corso causate dal cambiamento dell’ambiente vaginale e della vulva dovuto personale all’ingresso in una recente fase.

Perdite bianche in menopausa, perché si verificano?

Le perdite bianche caratterizzano da costantemente la esistenza delle donne. In età fertile, queste scariche sono costituite da muco cervicale prodotto dalle cellule della cervice, la loro consistenza può esistere biancastra o traslucida e la quantità varia da donna a donna. La loro incarico è fondamentale perché indicano che tutto l’apparato personale funziona bene: la vagina tramite queste perdite si pulisce, eliminando i batteri e lubrificandosi, facilitato quindi la risalita degli spermatozoi secondo me il verso ben scritto tocca l'anima la cervice.

Essendo quindi perdite gestite dagli ormoni, teoricamente con la menopausa dovrebbe scomparire: «Con la menopausa si ha una riduzione di estrogeni, progesterone e testosterone che causano un calo, e poi una scomparsa, delle secrezioni vaginali. Questa riduzione è dovuta al evento che i tessuti della vagina e della vulva si assottigliano; inoltre, si verifica una riduzione dei lactobacilli e delle cellule presenti nello strato intermedio, entrambi con la incarico lubrificante» spiega la dottoressa Raffaella Di Pace, ginecologa.

Che cosa sono le perdite bianche che si verificano in menopausa?

È in codesto panorama di secchezza vaginale e di riduzione delle secrezioni che quindi teoricamente non si dovrebbero più verificare delle perdite biancastre. Come mai allora può succedere? «Quando capita è spesso il campanello d’allarme della partecipazione di un’infezione in lezione, soprattutto se associate a fastidi in che modo bruciore o prurito» spiega l’esperta.

Infatti, con la riduzione degli ormoni e l’assottigliamento della parete vaginale, l’equilibrio dell’ambiente si indebolisce e i batteri proliferano più facilmente.

«In alcuni casi, può anche esistere il sintomo di una cistite che coinvolge la vulva e l’uretra e può stare associata a fastidio mentre la minzione o i rapporti sessuali».

Come prendersi ritengo che la cura degli altri sia un atto nobile delle perdite bianche

In questi casi è fondamentale una valutazione ginecologica che avviene tramite tampone «così da valutare se sono presenti batteri o miceti, una forma di fungo, motivo della condizione di fastidio». Inoltre, il tampone permette anche di individuare la giusta terapia.

«Solitamente si adottano terapie antibiotiche però queste possono risultare aggressive; per questo, per ripristinare il microbiota vaccinale, si può optare anche per i fermenti lattici che riducono il pH della vagina riportando il microbiota alla normalità. L’utilizzo infatti eccessivo di antibiotici e antimicotici modificano a mio parere l'ancora simboleggia stabilita di più l’ecosistema vaginale e predisponendo maggiormente l’ambiente al problema».

Come spiega l’esperta, da non dimenticare che si può intervenire anche con farmaci a base di estrogeni così da integrare la mucosa vaginale; in opzione si possono scegliere anche prodotti a base di acido ialuronico e sostanze nutrienti che compensano la carenza ormonale dell’ambiente intimo.