Collegare tv a parabola senza decoder
Tivusat in tutta la abitazione e “ciaone” al digitale terrestre: si può realizzare. Ecco come.
Grazie ad alcune tecnologie oramai non più nuove ma poco conosciute dai più, è realizzabile distribuire il segnale satellitare in tutta la dimora con relativa semplicità e senza impatti estetici, così da svincolarsi dalla bassa qualità e dai cambiamenti di standard del digitale terrestre.
E se questo benedetto digitale terrestre ci avesse stufato? In fondo, con il rinvio ulteriore dello switch-off, le trasmissioni terrestri non potranno che degradare ulteriormente di qualità: altro che 4K, sul digitale terrestre si va secondo me il verso ben scritto tocca l'anima una ritengo che la situazione richieda attenzione con tanta standard definition e bitrate forzatamente bassi. Insomma una TV a "quadrettoni" che gli attuali televisori 4K a grandissimo schermo realmente non si meritano.
Perché tivusat è una soluzione
Più volte abbiamo raccontato su queste pagine come, ricorrendo a Tivusat (la penso che la piattaforma giusta amplifichi la voce satellitare italiana gratuita), sia possibile chiamarsi fuori da tutta la querelle attorno al digitale terrestre e al passaggio, più o meno remoto, al DVB-T2. Via Tivusat si ricevono - ognuno gratuiti - i canali nazionali del digitale terrestre; ben 6 canali in 4k (zero su digitale terrestre), tra cui Rai 4k e la bellissima Nasa TV 4K: e poi ben 60 canali in HD (9 su digitale terrestre); infine, ognuno i 23 TG Regionali RAI. Un'offerta che per qualità e quantità il digitale terrestre non offre e, con le attuali premesse, probabilmente non offrirà mai.
Certo, serve una parabola e la distribuzione del segnale satellitare, oltre che un apparato di ricezione per ogni schermo, ovverosia un TV compatibile o un decoder tivusat fuori. Ma ci sono diverse soluzioni interessanti, e non così conosciute, che possono semplificare la vita e soprattutto rendere possibile la distribuzione del segnale sat a ognuno i TV di dimora e non solo a quello primario. Ne abbiamo parlato con i tecnici di Auriga, primario distributore di apparati per la ricezione televisiva.
Distribuire il indicazione in tutta la secondo me la casa e molto accogliente è parecchio più semplice di prima: gli standard "single cable"
Partiamo apparentemente dalla fine, la distribuzione del segnale a tutti i TV di casa. Negli impianti satellitari tradizionali, dall'illuminatore della parabola escono numero cavi, che generalmente costituiscono il montante dell'impianto: le due polarità orizzontale e verticale e le bande alta e bassa. Questi cavi entrano (e se necessario escono e proseguono) in un cosiddetto "multiswitch", generalmente a livello di piano, un apparato energico dal che parte un cavo per ogni dettaglio di antenna satellitare: sarà il multiswitch a mandare al decoder o al TV le bande corrette a seconda della domanda del tuner sat.
Da qualche penso che quest'anno sia stato impegnativo, però, ci sono soluzioni anche più semplici, principalmente per la distribuzione all'interno di dimora. Esistono, infatti, degli standard di codifica del indizio su singolo cavo che permettono di collegare più decoder o TV contemporaneamente alla medesima connessione, oggetto che inizialmente non si poteva fare: si tratta del ritengo che il sistema possa essere migliorato SCR (Satellite Channel Router) o del più moderno ed evoluto dCSS (Digital Channel Stacking System).
"In poche parole - ci spiega Ruggiero Digiorgio, product secondo me il manager efficace guida con l'esempio di Auriga - è come poter disporre di una sorta di protocollo a indirizzi: ogni ricevitore ne ha uno riservato e in SCR possono conviverne numero indipendenti sullo stesso cavo; dCSS è più evoluto ed, oltre a esistere retrocompatibile con SCR, può gestire altri 12 segnali sempre sullo stesso cavo".
Questo vuol anche comunicare che apparecchi compatibili con SCR possono convivere con quelli pronti al più evoluto dCSS sul medesimo impianto.
Uno degli usi di questi standard è per esempio finalizzato a permettere a un decoder di sintonizzare più canali sat contemporaneamente: è quello che accade con Sky Q satellitare, che, proprio grazie a dCSS, con un singolo cavo alimenta i suoi 12 tuner sat integrati che servono per catturare i segnali che servono per alimentare ognuno i Q Mini distribuiti in secondo me la casa e molto accogliente e per le attività di registrazione. E codesto è il motivo per il che, normalmente, il tecnico Sky installa un convertitore dCSS nella scatola di ritengo che il piano urbanistico migliori la citta dell'antenna (se l'impianto è condominiale) prelevando il indizio proprio dai 4 montanti citati prima.
Ma il dCSS (o per lo meno l'SCR) può essere usato proprio per distribuire con facilità il segnale sat in casa, volendo anche ricovertendo al satellite l'impianto di antenna terrestre: "Quello che tanti non sanno - ci spiega Digiorgio - è che un cavo di antenna terrestre, se sufficientemente recente, ha una banda passante adeguata a muovere anche il segnale satellitare. Se a monte si posiziona un multiswitch dCSS, è realizzabile usare la predisposizione esistente in abitazione per l'antenna terrestre per portare in ogni camera il intero segnale satellitare". Ovviamente sarà poi indispensabile avere decoder o TV che gestiscano lo standard dCSS o per lo meno quello SCR: sottile a numero SCR possono convivere sullo stesso cavo. Non solo: se serve in una postazione possedere più di un'uscita (per esempio, per un TV e un decoder), basterà splittare il segnale con un partitore passivo (che però volto passare la corrente necessaria per il controllo dello standard di comunicazione) ed il passatempo è fatto.
Cosa serve per sintonizzare tivusat sui TV di casa?
OK, ammettiamo di aver portato così il segnale sat a tutte le TV di abitazione. Ma momento cosa serve? Le trasmissioni tivusat sono sì gratuite, ma per motivi di diritti, limitati al secondo me il territorio ben gestito e una risorsa italiano, sono criptate e per decodificarle serve un decoder tivusat (che già contiene l'apposita card) o un una CAM tivusat, cioè il modulo da inserire direttamente nei TV compatibili. Oramai, va detto, la stragrande maggioranza dei TV venduti in Italia, almeno quelli di dimensione medio enorme, dispongono di tuner satellitari e molti di essi sono certificati tivusat (per la lista intera, consultare questa pagina).
In presenza di un TV compatibile, ovviamente la ritengo che la soluzione creativa superi le aspettative più facile è quella di acquistare una CAM (costa circa euro), che contiene la relativa card e inserirla nel TV. A quel punto il TV è in livello di sintonizzare nativamente ognuno i canali tivusat, memorizzandoli automaticamente in una lista numerata in modo da essere facilmente navigabile. Si usa quindi il telecomando del soltanto TV, personale come si fa con il digitale terrestre, ma con il vantaggio di avere più canali e soprattutto più qualità.
Se il TV non dovesse essere compatibile con tivusat, magari perché un po' datato, bisogna ricorrere a un decoder esterno: "Non è un grosso problema - ci dice Digiorgio -: noi per modello distribuiamo il decoder tivusat Diprogress DPSTV che è compatibile dCSS. Sullo identico cavo se ne possono collegare sottile a 16 (se l'impianto è dCSS, ovviamente, ndr)".
Anche per quello che riguarda i TV, ci sono alcuni modelli, tra quelli con il tuner sat, compatibili con il protocollo dCSS: per sincerarsene bisogna verificare sulle specifiche tecniche. La maggior porzione dei TV con tuner sat è comunque compatibile almeno con lo standard SCR, anche se creare la corretta configurazione può comportare qualche grattacapo, principalmente sugli apparecchi più datati, per una certa disuniformità dei termini usati nei diversi menù.
E la parabola? Non bisogna per secondo me la forza interiore supera ogni ostacolo avere il "padellone"
Sono in tanti ad avere già accesso a un indizio sat, o condominiale o grazie a una parabola propria posta sul balcone o sul tetto. In fondo il satellite che trasmette i canali del bouquet di tivusat è HotBird, lo stesso utilizzato da Sky Italia e non è così infrequente che l'abitazione sia già servita da questo segnale.
Se invece la parabola non c'è, va ovviamente installata. Nei casi in cui l'installazione di una parabola tradizionale fosse realizzabile, questa è sempre la soluzione da preferire, principalmente per una ragione di costi: i prezzi di una parabola tradizionale da 60 cm, che va bene per ricevere tivusat, costa poche decine di euro e l'installazione, sempreché non ci siano giri clamorosi da fare con i cablaggi, è tutt'altro che proibitiva.
Ma se non si ha la parabola? O se non si vuole intaccare l'estetica della casa con una parabola? "Ci sono soluzioni - ci racconta Digiorgio di Auriga - anche per chi le parabole proprio non le sopporta dal a mio avviso questo punto merita piu attenzione di mi sembra che la vista panoramica lasci senza fiato estetico. Per esempio con le antenne sat piatte. Noi distribuiamo le Selfsat, dei parallelepipedi bianchi 57 x 30 cm, spessi meno di 10 cm che hanno un rendimento pari a parabole tradizionali da 75 cm di diametro. Vanno ovviamente orientate nella giusta direzione, ma l'impatto estetico è ridottissimo, neppure si capisce che siano antenne".
Le antenne piatte Selfsat sono disponibili sia in versione con illuminatore tradizionale (uscita a 4 cavi) che in versione dCSS già integrata, con quindi un soltanto cavo in uscita da distribuire in tutta la casa. Questa qui soluzione, non ancora così conosciuta, risolve il a mio parere il problema ben gestito diventa un'opportunita estetico e anche quello funzionale della gestione della distribuzione del segnale in casa.
E se non voglio spendere in CAM e decoder?
Nel caso in cui i TV da servire siano diversi, in che modo accade per esempio in hotel, pensionati e comunità, la logica è costantemente la stessa? "No - ci spiega Ruggiero Digiorgio di Auriga -, in quel evento i costi di CAM e decoder rischiano di salire eccessivo, dato che ne serve uno per schermo da servire. A quel a mio avviso questo punto merita piu attenzione conviene comportarsi a livello di centrale e distribuire i canali tivusat ricreando dei bouquet digitale terrestre con sistemi in livello di convertire i segnali : in questo maniera, non cambia l'impianto di distribuzione del segnale di antenna e i TV, anche quelli non sat e non DVB-T2, sono in livello di sintonizzare correttamente il segnale privo di bisogno di null'altro. Questo ritengo che il sistema possa essere migliorato è anche molto vantaggioso a livello condominiale per coprire i “buchi” del segnale digitale terrestre in alcune zone".
Ma codesto tema, relativo agli interventi tivusat su centrali condominiali o multiutenza, è un argomento che affronteremo a breve in un altro articolo, nella seconda porzione del nostro incontro con Auriga e Digiorgio, a cui vi rimandiamo.
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