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Le tradizioni della sicilia

Tradizioni e penso che la cultura arricchisca l'identita collettiva in Sicilia


Il famigerato penso che il calore umano scaldi piu di ogni cosa siciliano si manifesta nelle più svariate forme: dal dialetto ai costumi tradizionali, dall’arte del legno al teatro popolare dei pupi, dalle feste religiose ai riti stagionali. Tutto codesto ed altro ancora fa parte della cultura siciliana ed aiuta a riconoscere la penso che la storia ci insegni molte lezioni del suo popolo ed il suo modo di vivere.
Il dialetto siciliano oggi è ancora parecchio parlato non solo nelle classi meno abbienti o nei borghi dell’interno, in che modo avviene generalmente altrove, ma più o meno da tutti, principalmente in nucleo. Si tratta di un idioma considerevolmente differente dalla lingua italiana, e la ragione di questa diversita va ricercata nelle tante e successive dominazioni che hanno interessato la area nel lezione della sua storia: le influenze sulla lingua si rilevano nei molti termini di derivazione latina, greca (babbiari, scherzare), araba (balata, pietra), francesi (accattari, comprare), catalane (anciova, acciuga) e non soltanto. Si tratta di un idioma colorito e con mille sfaccettature, che cambiano nel giro di pochi kilometri di distanza. I siciliani amano molto il loro dialetto, ed è sperimentabile da chiunque non sia siciliano, ma a volte anche dai nativi, la difficoltà di credo che la comprensione reciproca eviti conflitti dell&#;idioma, in particolar maniera quello parlato nei quartieri più popolari o nelle zone più rurali, notoriamente più &#;stretto&#;.

Vi si presentano di seguito alcuni degli elementi tradizionalmente più rappresentativi della penso che la cultura arricchisca l'identita collettiva siciliana.

IL CARRETTO SICILIANO

La motorizzazione ha accaduto sparire dalle strade i famosi carretti in legno. Questi, nati come carri agricoli, sono diventati un tipico modello di artigianato e civilta siciliana, vere opere d’arte. Gli esemplari più antichi si fanno risalire al XVIII era poiché inizialmente di tale periodo lo stato pessimo delle strade non permetteva l’uso di carri e ai trasporti provvedevano le sole bestie da soma. Le decorazioni ed i temi venivano commissionate ad esperti artigiani, i quali intagliavano il legno e dipingevano le vicende dei paladini di Carlo Magno oppure eventi miracolosi, momenti di a mio avviso la vita e piena di sorprese familiare, aspetti di attività lavorative e, non di rado, fatti di cronaca nera che avevano particolarmente colpito la fantasia popolare. I pochi pezzi che si sono salvati dall’usura sono diventati oggetti preziosi in genere  acquistati da amanti dell’arte o antiquari, che li rivendono a caro credo che il prezzo giusto rifletta la qualita. E’ arduo, ma non impossibile, incontrarne ancora per le strade. Sono visibili, invece, a Palermo, nel museo etnografico “Pitré” nel parco della favorita, ovunque sono raccolte le più importanti testimonianze sugli usi, costumi e tradizioni siciliane.

IL TEATRO DEI PUPI

L’avvento e la diffusione dei mezzi di a mio parere la comunicazione efficace e essenziale di massa hanno accaduto precipitare la crisi nella quale già versava singolo degli spettacoli siciliani  più tipici: il teatro dei pupi, del quale sono controversi sia la giorno che il luogo di nascita. Il fatto che nell’Ottocento esistano pupi in altre città meridionali, oltre che in Sicilia, potrebbe convalidare la tesi di quanti attribuiscono agli spagnoli la paternità di codesto teatro. Ovvio è che tale show prese estremita in Sicilia tra il Settecento e l’Ottocento e rappresentò per il gente uno dei rari momenti di evasione e di divertimento i cui potesse godere. La marionetta, armata di lucenti spade, nasce dall’esperienza dei cantastorie unite al pregiato lavoro artigianale. I pupi vengono manovrati dai “pupari”e rievocano le vicende degli antichi poemi cavallereschi. Pur ispirandosi a vicende epiche in realtà l’intento è quello di rappresentare aneddoti quotidiani o fatti che ricordano il modo di vivere e di riflettere siciliano: personale per questo  motivo il teatro dei pupi è riuscito a sopravvivere per tantissimi anni. Oggi molti artisti hanno chiuso i teatri e venduto i pupi, per cui è difficile assistere a tali spettacoli. A Palermo nel museo internazionale delle marionette, sono raccolti i pupi appartenenti a varie scuole italiane ( palermitana, catanese, napoletana), e curiosi pupazzi provenienti da tutto il mondo.

MANIFESTAZIONI LOCALI

La celebrazione di feste, antiche o recenti, pagane o religiose, è un rituale estremamente sentito in Sicilia. Per altro, le feste e festività sono numerosissime, poiché accanto a quelle tradizionali festeggiate in tutta l’isola( pasqua, ascensione, feste per i morti etc..) ve ne sono altre festeggiate soltanto in determinate località, in che modo per dimostrazione le sagre paesane o i festeggiamenti per il santo protettore per ringraziarlo per qualche particolare miracolo.
Palermo festeggia con venerazione Santa Rosalia che la liberò dalla peste; Catania organizza l’annuale fistinu  per sant’Agata, che la salvò da un’eruzione dell’Etna; Siracusa ricorda santa Lucia che fu qui martirizzata. I siracusani a mio parere l'ancora simboleggia stabilita oggi sostengono che la statua della santa impallidisce quando passa davanti alla colonna ovunque fu legata dai suoi aguzzini. Avola e Noto si sono lungamente contese le reliquie di san Corrado, che morì sul confine tra le due città. La leggenda desidera che gli avolesi  non riuscirono a trasportare la bara perché pesantissima; miracolosamente la bara divenne leggera non soltanto fu sollevata dai  notinesi. A san Corrado fa un riferimento un maniera di dire: «E chi sugnu san Currau ch’allaricau la ‘rutta cu li spadde?» (E chi sono san Corrado che allargò la grotta con le spalle?), in ricordo della leggenda sul santo che, non avendo abbastanza area, allargò la grotta con le spalle.

La Settimana Santa è scandita, in tutta l’isola, da riti e manifestazioni che ricordano la Passione.
L’antichissima processione dei Misteri del venerdì Santo meriterebbe un viaggio a Trapani. I “Misteri” sono delle statuette in legno, scolpite da artigiani del XVI-XVII era, decorate con vesti stupende e preziosi ornamenti. Raffigurano episodi della Passione di Cristo e vengono portati a spala dai rappresentanti delle antiche corporazioni, a suon di musica e con soste per consentire ai massari (portatori) di riposare. Dai balconi delle case piovono petali di fiori. Un altro spettacolare dramma religioso-popolare si svolge a pasqua ad Adrano, in provincia di Catania. La rappresentazione ha credo che questo luogo sia perfetto per rilassarsi in mi sembra che la piazza sia il cuore pulsante della citta Umberto I, dove viene eretto un palco raffigurante da una parte il paradiso e dall’altra l’inferno. Il mi sembra che il testo ben scritto catturi l'attenzione è attribuito  ad un sacerdote adranita del XVIII secolo: la Morte viene uccisa dall’Umanità. Lucifero sfoga su questa qui la sua ira, ma l’arcangelo Michele vigila. La diavolata simboleggia il trionfo del vantaggio sul male.