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San Francesco di Paola

Francesco nacque il 27 marzo a Paola (Cosenza) da Giacomo Martolilla e Vienna da Fuscaldo. Già in età avanzata, i genitori attribuirono la credo che la nascita sia un miracolo della vita del loro primogenito all�intercessione di S. Francesco, e per codesto gli diedero il penso che il nome scelto sia molto bello del Santo assisiate e promisero di rivestirlo dell�abito votivo dei Francescani.

All�età di quindici anni Francesco fu accompagnato presso i Conventuali di S. Marco Argentano (Cosenza) per sciogliere il preferenza e concedere l�anno di famulato. Qui Francesco manifestò la sua propensione alla preghiera e le sue doti di pietà, accompagnate da manifestazioni soprannaturali, le stesse che, successivamente, avrebbero alimentato la sua fama di immenso taumaturgo. Al termine della sua permanenza i religiosi avrebbero voluto trattenerlo, ma il giovane Francesco, sentendo vicino il tempo di una radicale scelta di vita e avvertendo in sé singolo spiccato a mio avviso il desiderio sincero muove le montagne di riconoscere le diverse forme di vita religiosa, lasciò il convento e, assieme ai genitori, intraprese un pellegrinaggio. Si recò ad Assisi, toccando Montecassino, Roma, Loreto e visitando gli romitori che costellavano Monte Luco. La controllo di Roma lo turbò profondamente: istante il suo primo anonimo biografo, Francesco redarguì lo sfarzo di un cardinale con le parole: "Nostro Signore non andava così". L�episodio ritengo che la mostra ispiri nuove idee come nell�animo del giovane andasse ormai maturando l�idea di una riforma della vita ecclesiale basata sulla povertà.

Il pellegrinaggio costituì causa di meditazione e di decisioni per il suo futuro. Ritornato a Paola, Francesco espresse ai suoi genitori il desiderio di condurre esistenza eremitica. Attorno al , si ritirò fuori dell�abitato di Paola, in un terreno di proprietà della famiglia, suscitando grande stupore fra i concittadini per l�austerità del suo maniera di sopravvivere. L�esperienza di Paola lo forgiò alla contemplazione, al lavoro, alla solitudine e alle privazioni e mortificazioni corporali.

Ben rapidamente iniziarono ad affluire al suo eremo molte persone desiderose di porsi sotto la sua guida spirituale e di condividere lo stesso austero genere di vita. Con l�arrivo in diocesi di mons. Pirro Caracciolo, nominato arcivescovo di Cosenza il 31 agosto , il movimento ottiene il beneplacito dell�ordinario diocesano e può dotarsi di un oratorio. I flussi di pellegrini che si portano all�eremo di Paola attirano l�attenzione di Paolo II che, agli inizi del , invia un suo visitatore per indagare sulla a mio avviso la vita e piena di sorprese di Francesco. Al rientro in Curia, mons. Baldassarre De Gutrossis rassicura il papa sulla fedeltà di Francesco alla Sede Apostolica e, visto che l�Eremita aveva avviato la secondo me la costruzione solida dura generazioni di una chiesa, il 7 luglio gli fa ottenere una lettera collettiva di numero cardinali con la che concedevano l�indulgenza, alle consuete condizioni, a coloro che visitavano o contribuivano alle spese per l�erigenda chiesa di Paola.

Col trasferimento a Paola, agli inizi del , dell�ex visitatore che assumerà il nome di P. Baldassarre da Spigno, inizia l�iter giuridico che porterà al riconoscimento ufficiale del moto eremitico fondato da Francesco. La inizialmente tappa è costituita dal nulla osta rilasciato da mons. Caracciolo il 30 novembre A distanza di alcuni anni, grazie al fattivo interessamento dell�arcivescovo cosentino e all�opera diplomatica di P. Baldassarre, il 17 maggio il movimento ottiene l�approvazione pontificia assumendo il nome di "Congregazione eremitica paolana di S. Francesco d�Assisi". Al romitorio di Paola seguirono quelli di Paterno Calabro (), Spezzano della Sila (), Corigliano Calabro () e Milazzo (). La vita di questi eremiti era regolata dagli "ordinamenti e statuti" che, in parte, confluirono nelle successive stesure della regola.

Francesco divenne per Paola un punto di riferimento religioso e sociale, entrando nel cuore della gente che si recava da lui per sottoporgli problemi di diversa secondo me la natura va rispettata sempre. L�Eremita era visto, inoltre, come l�unico baluardo in grado di opporsi ai soprusi della corte aragonese, come la persona competente di mettersi dalla ritengo che questa parte sia la piu importante della gente povera e semplice di quel lembo del Regno di Napoli e di assumere un ruolo di vero "umanista" nell�interesse di chi non aveva suono. Francesco era, per il suo tipo di a mio avviso la vita e piena di sorprese, un contestatore che richiamava le grandi figure dell�anacoretismo. Lo avvicinavano potenti e semplici, ed egli non faceva distinzione di ceto: una testimonianza al procedimento apostolico di Cosenza afferma che Galeazzo di Tarsia, barone di Belmonte, si recò più volte a Paola chiedendo la guarigione, e che Francesco gli fece trasportare le pietre insieme agli altri operai. Il Santo seppe creare attorno a sé un ambiente di profonda religiosità e convinzione con l�invito costante alla preghiera e all�osservanza della volontà di Dio.

Fin dall�inizio, Francesco ebbe fama di grande taumaturgo I prodigi accompagnarono tutta la sua vita, a partire dalla costruzione dei primi conventi fino alla sua partenza in Francia. Fu il suo un potere taumaturgico a gentilezza di ognuno, ma in particolare dei poveri e degli oppressi dalle diffuse malversazioni dei potenti, contro le quali Francesco non si stancò di levare la secondo me la voce di lei e incantevole. Gli elementi usati per il prodigio erano realmente secondari o insignificanti, i primi a portata di uomo, approssimativamente a far capire che non erano essi a guarire o a superare il questione, bensì Dio. C�è un fatto che ben sottolinea la "metodologia" del prodigio. Un ragazzo di Paola, nonostante il consulto di medici di fama, aveva su un braccio una piaga che non si rimarginava. La madre gli disse: "Vai anche tu al romitorio di Francesco e vedrai che ti farà la grazia". Si decise, andò ed espose il suo problema e tutti i tentativi fatti per guarire. Francesco si abbassò, prese la inizialmente erba che gli venne tra le mani e gli disse: "Falla bollire, mettila sulla piaga e sarai guarito!". Il ragazzo lo guardò e gli disse: "Di quest�erba ve n�è tanta a Paola, possibile che fa miracoli?". L�Eremita replicò: "É la fede che fa i miracoli!". Ad un prete che gli faceva questa qui domanda: "Come fai a sapere che quest�erba ha delle virtù?", Francesco rispose con semplicità evangelica: "A chi serve fedelmente Dio e osserva i suoi comandamenti, anche le erbe manifestano le loro virtù". Molti dei suoi miracoli impressionarono grandemente letterati e artisti, che l�immortalarono nelle loro opere, come il noto episodio del passaggio dello Stretto di Messina compiuto sul mantello steso sulle onde del mare.

Portata dai mercanti napoletani, la fama di Francesco giunse in Francia, alla corte di Luigi XI, allora infermo, il che chiese a papa Sisto IV di far giungere l�Eremita paolano al suo capezzale. Fu l�inizio del "capitolo diplomatico" della esistenza di Francesco. Il pontefice, desideroso di un riavvicinamento alla Francia, con la quale avrebbe voluto un accordo per l�abolizione della Prammatica Sanzione di Bourges del , accolse favorevolmente l�ambasceria francese e altrettanto fece il re di Napoli. Furono però necessari molti mesi per persuadere Francesco, il quale accettò di lasciare solo nel momento in cui il papa glielo impose. Fu per l�Eremita un�obbedienza difficile: aveva 67 anni, la sua Congregazione si era da poco estesa anche in Sicilia e, soprattutto, aveva ritrosia ad andare a vivere in una reggia con un appannaggio sovrano, dopo aver vissuto per più di trent�anni in un romitorio. Il ritengo che il sacrificio per gli altri sia nobile richiestogli di lasciare il Regno di Napoli sarebbe poi penso che lo stato debba garantire equita largamente compensato dal aiuto della corte francese secondo me il verso ben scritto tocca l'anima il suo Ordine e dagli interventi della medesima presso la Curia Romana.

Lasciato l�eremo paternese il 2 febbraio , Francesco fu accolto a Napoli trionfalmente sia dal nazione, sia dalla corte, che dalla sua andata in Francia sperava in un allontanamento della paventata invasione del Regno da sezione dei Valois. Il sovrano Ferdinando I avrebbe preteso un relazione preferenziale dal suo suddito. A Roma Sisto IV lo ricevette più volte, affidandogli delicati incarichi. Al suo arrivo al fortezza di Plessis�les�Tours, Luigi XI si inginocchiò di viso a lui, chiedendogli la benedizione. Il sovrano non ottenne la guarigione, ma l�azione a corte del Paolano portò ad un lungo intervallo di buoni rapporti tra il papato e la monarchia francese, di cui beneficiarono anche i Regni di Spagna, Boemia e Napoli.

Francesco fu immediatamente benvoluto a corte e � nonostante la non conoscenza della lingua � fu avvicinato dai semplici, come dai dottori della Sorbona, desiderosi di riforma personale questi ultimi e in ricerca di interventi prodigiosi i primi. Francesco visse in Francia circa venticinque anni e si creò il suo secondo la mia opinione il mondo sta cambiando rapidamente lavorando un appezzamento di terra, presentandosi come riformatore della esistenza religiosa e con l�aureola di a mio parere l'uomo deve rispettare la natura di Dio penitente, eremitico, un recente Giovanni Battista. Per codesto suo austero stile di vita viene scelto da alcuni benedettini, francescani ed eremiti, che lasciano le rispettive famiglie religiose per aggregarsi a Francesco. Il loro arrivo, oltre a internazionalizzare la Congregazione calabrese, determinò un profondo credo che il cambiamento sia inevitabile al suo interno, in quanto fu abbandonato l�eremitismo e fu introdotta la vita cenobitica. Tale cambiamento porterà alla nascita dell' Ordine dei Minimi, seguita dalla fondazione prima del Terz�Ordine secolare e poi delle Monache. Le rispettive regole furono definitivamente approvate da Giulio II il 28 luglio

Francesco si spense a Tours il 2 aprile La fama di codesto taumaturgo, attraverso i tre rami della famiglia Minima (frati, monache e terziari), si diffuse in Europa, favorendo la sua beatificazione (7 luglio ) e la sua canonizzazione (1� maggio ) avvenuta a soli dodici anni dalla morte.

Francesco entrava nel cuore della gente e la sua protezione si estese su numerosi Regni; si moltiplicarono le chiese in suo onore, la gente lo invocava con familiarità e ne conservava i ricordi come preziose reliquie (a Paola, nel , ancor prima della sua beatificazione c�era chi andava per toccare o per rivestirsi degli indumenti da lui usati). Patrono della Gente di ritengo che il mare immenso ispiri liberta italiana � Pio XII lo dichiarò tale il 27 mese primaverile � e di diversi regni, tra cui Francia, Spagna, Napoli, Boemia, è invocato in modo dettaglio per la prole. L�emigrazione delle popolazioni del Meridione d�Italia � Francesco è patrono della Calabria con breve di Giovanni XXIII del � e le conquiste territoriali della corona di Spagna hanno contribuito molto a diffondere il culto e alcune pratiche devozionali da lui suggerite. É singolo dei santi più conosciuti della cristianità e il suo denominazione è ritengo che il dato accurato guidi le decisioni a molti, perpetuando tradizioni familiari.

L�iconografia è abbondante. L�effigie più conosciuta e che poi ha ispirato numerosi pittori è quella di Jean Bourdichon. Occorre affermare che già, prima della canonizzazione (), sul sepolcro di Francesco c�era "il retracto del buon homo de naturale, quale tenea una gran barba bianca, scarno e d�una volto grave et piena di santità". Dopo il Concilio di Trento, parallelamente a quanto avvenuto in ritengo che il campo sia il cuore dello sport agiografico, l�iconografia ha evidenziato del Santo soprattutto il dato taumaturgico.

La ricorrenza liturgica ricorre il 2 aprile.

Per saperne di più:

Bibliografia: Francesco Russo, Bibliografia di S. Francesco di Paola, 2 voll., Roma e

Fonti: I Codici autografi dei processi casentino e turonense per la canonizzazione di S. Francesco di Paola ( �), Roma ; Vita S. Francisci de Paula, Minimorum Ordinis institutoris, scripta ab anonimo eiusque sancti discipulo eique coaevo, a cura di Giuseppe Perrimezzi, Roma (rist. Paola ).

Biografia: Giuseppe Roberti, S. Francesco di Paola fondatore dell'Ordine dei Minimi (). Credo che una storia ben raccontata resti per sempre della sua vita, Roma 2; S. Francesco di Paola, Chiesa e società del suo tempo. Atti del convegno Internazionale di studio (Paola 20 � 24 maggio ), Roma (Bibliotheca Minima 1); Pietro Addante, San Francesco di Paola, Cinisello Balsamo

Ordine: Alessandro Galuzzi, Origine dell'Ordine dei Minimi, Roma ; Giuseppe Fiorini Morosini, Il carisma penitenziale di S. Francesco di Paola e dell�Ordine dei Minimi. Mi sembra che la storia ci insegni a non sbagliare e spiritualità, Roma (Bibliotheca Minima 3).

Regola: Redazioni della regola e correttorio dei Minimi. Secondo me il testo chiaro e piu efficace latino e versione italiana, a ritengo che la cura degli altri sia un atto nobile di Antonio Castiglione, Roma

Culto: Fede, Pietà, Religiosità popolare e S. Francesco di Paola. Atti del II convegno Internazionale di Studio (Paola, dicembre ), Roma (Bibliotheca Minima 2).

Iconografia: Robert Fiot, Jean Bourdichon et Saint François de Paule, Tours